Perchè la famiglia?albero famiglia

 

Come scrive Salvador Minuchin nel suo “Famiglie e Terapia della Famiglia” (1974) dal punto di vista teorico, la terapia familiare prende in considerazione il fatto che l’uomo non è isolato, ma piuttosto una persona che agisce e reagisce nei gruppi sociali. Per spiegare il paradossale dualismo della percezione umana della realtà, Minuchin utilizza la metafora del filosofo e saggista spagnolo Josè Ortega y Gasset in cui il protagonista è il comandante Peary:

 

“Peary racconta che, nel suo viaggio al polo, una volta, per un giorno intero viaggiò verso nord, facendo correre vivacemente i suoi cani da slitta. La sera controllò le sue bussole per determinare la latitudine, ma con sua gran sorpresa si accorse di essere molto più a sud del mattino precedente. Per tutta la giornata aveva viaggiato faticosamente verso il nord minuchin foto 1camminando sulla superficie di un enorme iceberg trascinato a sud da una corrente oceanica.”  Partendo da questa metafora possiamo utilizzare diversi metodi per codificare gli eventi, uno di questi è la logica della causalità lineare; potremmo quindi concludere che è per via della corrente oceanica che il comandante si trova adesso assai indietro rispetto al punto di partenza, che, a causa della sua distrazione, Peary non si è accorto di essere trasportato da un iceberg e di stare in realtà viaggiando verso sud, o ancora che le dimensioni dell’iceberg non hanno permesso a Peary di indivduare soluzioni alternative; insomma tutte spiegazioni accettabili, ma al contempo autoescludentesi. Quello che però sappiamo con certezza è che gli strumenti in possesso del comandante Peary danno un risultato esatto, Peary adesso si trova più a sud di prima anche avendo viaggiato tutto il giorno verso nord! Ma se Peary fosse stato in possesso di uno strumento atto a consentirgli di individuare in che rapporto fosse la sua posizione rispetto al contesto, uno strumento che gli permettesse di osservare le relazioni esistenti tra se stesso, l’iceberg e la forte corrente oceanica, cosa sarebbe successo?

 

E’ questo il quesito entro il quale opera la Terapia della Famiglia, lavorando all’interno di una causalità, non più lineare, bensì circolare, al fine di individuare nuovi strumenti di osservazione e quindi di intervento.

Family Reunion with Clipping Path

Non più quindi esclusivamente l’individuo o esclusivamente il contesto come depositari di patologie e aspetti disfunzionali, ma le relazioni tra gli individui, tra gli individui e il contesto (e sempre all’interno del contesto stesso) come portatori di sofferenze (più o meno manifeste) e come custodi di risorse da mettere in campo per affrontare efficacemente i propri compiti di sviluppo.

La famiglia quindi non solo come primo contesto dell’esperienza del soggetto, non solo come riferimento principale dei vissuti emotivi, non solo come contesto di sviluppo, ma anche come “sistema vivente” con le proprie dinamiche comunicative, le proprie alleanze e coalizioni, le gerarchie e soprattutto la propria organizzazione e le proprie risorse: osservate, ricercate e individuate per proporre “punteggiature” nuove e schemi alternativi finalizzati al benessere relazionale cornice entro e attraverso la quale si realizza il benessere degli individui.