Non è facile riconoscere un manipolare affettivo, poiché le sue parole e i suoi gesti sembrano pieni di significato. Invece, si tratta di uno pseudo-romantico con uno pseudo ragionamento logico: così il manipolatore affettivo intrappola la sua preda, tentando di suscitare in lui sensazioni che lo travolgano, affinché il suo “vuoto emotivo” si riempia. Con i suoi modi garbati e dolci, con la sua forza e virilità entra nella vita di chi vuole mettere alla gogna in punta di piedi. È intelligente, perché riesce a capire chi può manipolare: ovvero chi è in un momento di debolezza emotiva o chi ritiene sia in grado di capire il suo gioco così da evitare sgradevoli conseguenze.
Nella fase iniziale, che definiamo “seduttiva“, tra il manipolatore affettivo e la preda nasce un’affinità e una chimica che sembra idilliaca. Ma, una volta raggiunto il proprio scopo, il manipolatore affettivo inizia a cambiare atteggiamento creando un circolo vizioso in cui si fa fatica ad uscire.
A quel punto, ci si rende conto di essere entrati in una relazione “disfunzionale“, dove non si può trovare il proprio equilibrio.
Il manipolatore affettivo o relazionale ha radici narcisistiche.
“Il manipolatore affettivo è colui o colei che gode dell’essenza della sua preda”, così viene descritto in una ricerca del “Journal of Personality and Social Psychology“.
Dai dati della letteratura emerge che il manipolatore affettivo narcisista, in una relazione, cerca di mantenere il potere a costo di mentire, tradire e umiliare. Non è, infatti, in grado di stabilire relazioni amorose soddisfacenti, durature ed affettivamente importanti.
Inconsciamente, è come se volesse vendicarsi di qualcuno su cui è riuscito ad avere potere. La loro vendetta potrebbe essere scaturita dal fatto che si siano sentiti svalutati nell’infanzia e che la vita gli abbia fatto subire torti enormi tanto da percepirsi deboli e insicuri, pertanto riversano la propria rabbia e frustrazione sull’altro,facendola pagare a qualcuno per sentirsi meglio.
Infatti, se si osserva la personalità narcisista, emerge il bisogno di ammirazione in assenza di empatia.
Secondo il DSM-IV, il narcisista è colui che ha un senso grandioso di importanza: esagera risultati e talenti e si aspetta di essere notato come superiore senza una adeguata motivazione; ha fantasie di illimitati successi, potere, fascino, bellezza, e di amore ideale; pensa di essere “speciale” e unico, e di dover frequentare e poter essere capito solo da altre persone e (o istituzioni) speciali o di classe elevata; ha bisogno di eccessiva ammirazione; idealizza se stesso e chi frequenta, ma in un attimo, li svaluta per motivi vani; ha la sensazione che tutto gli sia dovuto; approfitta degli altri per i propri scopi; è incapace di riconoscere o di identificare i sentimenti e le necessità altrui; è spesso invidioso, o crede che gli altri lo invidino; mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi.
Anche a livello sessuale, sono concentrati su sé stessi piuttosto che sulle esigenze dei loro partner (Vangelisti, Knapp e Daly).
Il narcisista, secondo alcune ricerche, compie due comportamenti che possono essere associati ad una ridotta soddisfazione sessuale verso i partner: l’aggressione sessuale (Kosson, Kelly, e Nero, 1997) e l’infedeltà (Atkins e Baucom).
Ciò che è stato descritto precedentemente è riferito ad una personalità narcisista patologica. Non è un sintomo che fa il narcisista, ma una serie di elementi che poi confermano la diagnosi.
Per concludere, una piccola riflessione: il manipolatore affettivo avrà già un’altra preda nel momento in cui quest’ultima scapperà da lui, pertanto, per non compromettere il vostro benessere psicologico è bene riconoscere in tempo questo tipo di persona, donna o uomo che sia.
Dott.ssa Chiara Caracò
Bibliografia
La personalità e i suoi disturbi, Vittorio Lingiardi, Milano, 1991
Trauma da narcisismo nelle relazioni di coppia, Pire Pietro Brunelli, 2015
La manipolazione affettiva, Nazare-Aga, I, Roma, 2008