Per introdurre questo articolo non c’è locuzione più interessante da cui partire. Oltre la consapevolezza del proprio essere, l’uomo deve anche essere consapevole del proprio sentire
Le due menti, mente razionale e mente emotiva, sono indispensabili nella vita di un uomo per evitare il cosiddetto “Analfabetismo Affettivo – Relazionale”. Per questo motivo, bisogna sapere dell’esistenza di queste menti e saperle usare bene. Si dice che più si cresce meno si utilizza il cuore, ovvero l’aspetto emotivo, e si mette più in evidenza la sfera razionale.
E se ci fosse troppo poco cuore negli essere umani… Che sia colpa di una mancata Intelligenza Emotiva? Ne avete mai sentito parlare? È importante sapere della sua esistenza in ogni essere umano.
Lo studioso Daniel Goleman (1999) afferma che esistono due menti:
- Mente razionale: quella che ci aiuta a pensare;
- Mente emozionale: quella che sente le emozioni ed è impulsiva.
Collegare due menti non è semplice. Però, si può fare.
Queste sono racchiuse nell’intelligenza emotiva, per capire se viene utilizzata bisogna conoscere le proprie capacità e per rendere tutto più semplice queste verranno esposte sotto forma di domande:
Sai controllare gli impulsi emotivi?
Sei capace di controllare la realtà senza fantasticare?
Sei empatico?
Sei in grado di interagire positivamente con le persone?
Sei in grado di trattare con efficacia le relazioni con gli altri?
Dunque, chi è la persona che non sa usare la propria intelligenza emotiva?
Seguendo i dati della letteratura e delle ricerche svolte, se dovessimo descriverla con degli aggettivi, è una persona aggressiva, esigente, egoista, critica, perfezionista, poco volenterosa, poco ascoltatrice, incoerente, conflittuale e violenta.
Ma non vi preoccupate, si può sempre rimediare! Lo psichiatra Normal Rosenthal (2002), nel suo libro “The Emotional Revolution“, spiega come poter migliorare l’intelligenza emotiva.
Bisogna lasciare esprimere le emozioni dentro se stessi e ascoltarle. Chiedersi come ci si sente, senza aver paura di vivere quell’emozione, negativa o positiva che sia. Chiedersi quale possa essere il proprio benessere. Ascoltare il proprio corpo. Guardarsi dentro, ma allo stesso tempo rendersi conto della realtà esterna. Ascoltare e riconoscere le emozioni proprie per individuare quelle degli altri affinché si instaurino anche relazioni funzionali.
Per evitare che da adulti non si faccia un buon uso dell’intelligenza emotiva è necessario, importante e utile educare fin da piccoli all’utilizzo di questo importante strumento. E’ da bambini che si può insegnare il rispetto dei sentimenti. E questo potrebbe far sì che da adulti si riconoscano le emozioni proprie e altrui creando così relazioni stabili e funzionali in tutti gli ambiti della vita: lavorativa, familiare e sociale.
Pertanto, secondo Daniel Goleman saper usare bene l’intelligenza emotiva può rendere migliori gli esseri umani.
Allora, che ne dite di utilizzarla meglio oppure di iniziare ad usarla?
Dott.ssa Chiara Caracò
Bibliografia
Daniel Goleman, 1999, Intelligenza Emotiva, Rizzoli.
Daniel Goleman, 2011, Lavorare con Intelligenza Emotiva, Rizzoli.
Normal Rosenthal, 2002, The Emotional Revolution, Citadel Press